Negli utilizzi tempi, il Carnevale è stato un pò sacrificato, ma non dimentichiamo che anche nel nord Sardegna esiste una grande tradizione: ottimi dolci, sfilate in costume e spettacolari pariglie.
Oggi vi parliamo di alcune tra le manifestazioni più conosciute in Nord Sardegna, nel periodo più giocoso dell’anno.
IL CARNEVALE DI TEMPIO: UNA GRANDE FESTA ALLEGORICA
Il Carnevale di Tempio è uno dei più famosi della Sardegna. Ha origini antichissime ed è fortemente sentito in tutta la Gallura.
Il caratteristico e storico paese di Tempio si ferma per una settimana durante Lu Carrasciali, per dare spazio alle grandi feste e a tutti gli appuntamenti: le sfilate dei carri allegorici, il processo e la condanna di Re Giorgio, grandi balli in maschera.
IL GRANDE PROTAGONISTA: RE GIORGIO
Re Giorgio è uno dei grandi protagonisti del Carnevale. Il suo nome in dialetto gallurese è Ghjolghju Puntogliu.
Il personaggio deriva da una divinità pagana alla quale, fin da prima degli antichi romani, si dedicavano riti e sacrifici per ottenere un raccolto abbondante.
Durante la settimana, Sua Maestà Re Giorgio, celebra il suo matrimonio con l’audace popolana Mannena, che darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il carnevale dell’anno dopo.
Per sei giorni Re Giorgio è omaggiato e acclamato, fino al Martedì Grasso quando viene messo al rogo, perché colpevole di tutti i mali dell’anno. Il rogo chiude il carnevale e metaforicamente chiude il periodo invernale, bruciando tutti i guai che si sono abbattuti nella città.
LE ALTRE MASCHERE
- Mannena è la bella popolana che va in sposa a Re Giorgio
- Lu Traccogghju, un mix tra spirito animalesco e demoniaco che trascina pelli di animali e catene
- La Reùla, un terrificante esercito di morti
- Su Linzolu Cupaltatu, le donne coperte solo da un lenzuolo, imprevedibili e irriverenti.
I GOLOSISSIMI DOLCI
Il Carnevale è l’occasione perfetta per assaggiare i fantastici dolci della tradizione tempiese: gli acciuleddi (treccine di pasta fritta passata nel miele e nelle scorzette d’arancia), l’uriglietti (pasta violata fritta, passate nel miele e ricoperte di zucchero) e i frisgioli longhi (le frittelle lunghe). Impossibile resistere!


LA PENTOLACCIA A CAVALLO: TRADIZIONE E DIVERTIMENTO
La Pentolaccia a Cavallo è una festa divertente e spettacolare che si svolge a Benetutti, antichissimo paese del Goceano.
I CAVALIERI
La Pentolaccia a cavallo Benetuttese prevede la presenza di gruppi di cavalieri, vestiti in abiti carnevaleschi o tradizionali; i cavalieri si affrontano in un’emozionante corsa effettuata all’interno del circuito paesano.
In una prima fase i partecipanti devono provare a colpire e abbattere dei vasi di terracotta sistemati lungo il tracciato su due stazioni differenti.
LE SPETTACOLARI PARIGLIE
Nella seconda fase i cavalieri possono effettuare il percorso in modalità libera, effettuando giochi e numeri acrobatici: le pariglie.
Il percorso si snoda lungo la via principale del paese di Benetutti, per una lunghezza complessiva di circa 400 metri.
La Pentolaccia a Cavallo Benetuttese, da tradizione, non prevede premi o rimborsi per i cavalieri,
solo l’augurio e la speranza che tutto sia andato come desiderato.
La giornata trascorre accompagnata dai gusti e i sapori della tradizione benetuttese per concludersi con una cena a base di prelibatezze del luogo.
BONORVA: UNA SETTIMANA TRA FESTA E FOLKLORE
Il Carnevale Bonorvese è uno dei più grandi eventi folkloristici e culturali del Nord Sardegna. Gli appuntamenti si distribuiscono in una settimana di festa tra tradizione, cultura e divertimento.
Il carnevale bonorvese ha radici molto antiche nella tradizione locale. Per una settimana lo spirito di libertà e festa si impadronisce del paese.
Inizia con l’accompagnamento e l’insediamento di “Giolzi” per finire con la sua condanna al rogo.
PARIGLIAS BONORVESAS
Le pariglie sono spettacolari corse equestri acrobatiche che chiudono il carnevale.“S’Asone de Carrasegare”(il capocorsa) da il via alla competizione.
Da dove deriva questo nome?
In antichità, gli agricoltori, per la pulitura e la raccolta dei cereali, preparavano le Aie (“Sas Alzolas”), spazi pianeggianti e puliti, sulle quali venivano sistemati i fasci di spighe.
Al centro c’era un palo, “S’Asone”, al quale veniva agganciato un cavallo guida, legato con una fune agli altri cavalli che giravano in tondo, trascinando le lastre di pietra basaltica per frantumare il grano o altri prodotti.
Uno spettacolo mozzafiato!
